Parità di genere in ambito lavorativo: i primi passi dell’Europa sulla trasparenza salariale

Published On: 21 Aprile 2023

Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato la direttiva sulla “trasparenza salariale”, che introduce per la prima volta vincoli per arginare il cosiddetto gender pay gap, ovvero il divario salariale di genere.

La principale novità della direttiva (che deve essere recepita dallo Stato Italiano) riguarda l’abolizione del “segreto retributivo”, una tendenza diventata ormai consuetudine negli ultimi anni.

Le aziende infatti saranno obbligate a dichiarare espressamente, negli annunci di lavoro (o al più tardi al primo colloquio), l’importo dello stipendio relativo alla posizione da ricoprire, prevedendosi sanzioni per chi non rispetterà le nuove regole.

Gli aumenti di stipendio dovranno inoltre essere neutrali rispetto al genere.

Non potranno inoltre essere stipulate clausole contrattuali che impediscano ai lavoratori di divulgare informazioni sulla loro retribuzione o di chiedere informazioni in merito.

Inoltre, i lavoratori avranno diritto a un risarcimento se le aziende non dovessero rispettare le misure sulla trasparenza e sulla parità salariale.

In particolare poi, qualora un lavoratore – ritenendo che il principio della parità di retribuzione non sia stato applicato – avanzasse un giudizio innanzi al Tribunale, la legislazione nazionale dovrà prevedere un sistema di onere della prova per cui sarà compito del datore di lavoro dimostrare l’assenza di discriminazione.

La direttiva europea impone infine agli Stati membri di mettere in campo sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive per i datori di lavoro che violano le norme.

La direttiva tuttavia entrerà in funzione tra quattro anni per le imprese con più di 250 dipendenti e ci metterà otto anni per raggiungere quelle con più di 100 dipendenti.

 

#direttiva #genderpaygap #trasparenzasalariale

About the Author: Simona Santoro

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Parità di genere in ambito lavorativo: i primi passi dell’Europa sulla trasparenza salariale

Published On: 21 Aprile 2023

Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato la direttiva sulla “trasparenza salariale”, che introduce per la prima volta vincoli per arginare il cosiddetto gender pay gap, ovvero il divario salariale di genere.

La principale novità della direttiva (che deve essere recepita dallo Stato Italiano) riguarda l’abolizione del “segreto retributivo”, una tendenza diventata ormai consuetudine negli ultimi anni.

Le aziende infatti saranno obbligate a dichiarare espressamente, negli annunci di lavoro (o al più tardi al primo colloquio), l’importo dello stipendio relativo alla posizione da ricoprire, prevedendosi sanzioni per chi non rispetterà le nuove regole.

Gli aumenti di stipendio dovranno inoltre essere neutrali rispetto al genere.

Non potranno inoltre essere stipulate clausole contrattuali che impediscano ai lavoratori di divulgare informazioni sulla loro retribuzione o di chiedere informazioni in merito.

Inoltre, i lavoratori avranno diritto a un risarcimento se le aziende non dovessero rispettare le misure sulla trasparenza e sulla parità salariale.

In particolare poi, qualora un lavoratore – ritenendo che il principio della parità di retribuzione non sia stato applicato – avanzasse un giudizio innanzi al Tribunale, la legislazione nazionale dovrà prevedere un sistema di onere della prova per cui sarà compito del datore di lavoro dimostrare l’assenza di discriminazione.

La direttiva europea impone infine agli Stati membri di mettere in campo sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive per i datori di lavoro che violano le norme.

La direttiva tuttavia entrerà in funzione tra quattro anni per le imprese con più di 250 dipendenti e ci metterà otto anni per raggiungere quelle con più di 100 dipendenti.

 

#direttiva #genderpaygap #trasparenzasalariale

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