Ricorso collettivo INPS

Ricorso INPS per consulenti protezione sociale: illegittima la decisione dell’Amministrazione di non prevedere prove suppletive per i candidati affetti da covid.

Con concorso pubblico (G.U. n. 78 del 1° ottobre 2021) indetto dall’INPS per il reclutamento di personale area C, posizione economica C1, sono stati banditi 1.858 posti per consulenti protezione sociale.

Le prove preselettive si sono svolte dal 4 al 12 luglio 2022, mentre le successive prove scritte hanno avuto luogo dal 18 al 22 luglio 2022.

Molti candidati, purtroppo, non hanno potuto partecipare alle prove previste poiché positivi al Covid-19, il che li ha costretti a rimanere in isolamento e a vedere sfumare la possibilità di proseguire nella selezione.

L’Amministrazione non ha previsto prove suppletive che permettessero ai candidati positivi di completare l’iter concorsuale, nonostante le restrizioni straordinarie per il contrasto del coronavirus siano in vigore da oltre due anni.

È possibile ottenere delle prove suppletive?

Nonostante l’Amministrazione abbia reputato di non prevedere tali prove, il TAR Lazio e il Consiglio di Stato si sono già espressi, su casi analoghi, sull’irragionevolezza e illogicità di tale scelta.

L’emergenza pandemica globale, tutt’ora in corso e con cui siamo tutti costretti a fare i conti, imporrebbe una gestione più opportuna delle procedure concorsuali, in modo da non impedire ad una larga percentuale di candidati di poter concorrere all’ottenimento del tanto agognato contratto.

Su questo presupposto, il Giudice Amministrativo del Lazio e il superiore Consiglio di Stato, hanno – in altri concorsi – onerato l’Amministrazione di prevedere delle prove suppletive.

Riteniamo vi siano i presupposti per poter chiedere le medesime prove anche per i candidati che siano stati ingiustamente esclusi dalle prove ordinarie del concorso INPS per consulenti della protezione sociale.

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Per tali ragioni, il nostro Studio sta raccogliendo le adesioni dei candidati che ritengano di avere diritto alla fissazione di un’ulteriore data per lo svolgimento della prova, al fine di intimare l’Amministrazione a provvedere ad una nuova fissazione e, in caso di diniego, proporre le relative azioni a tutela innanzi all’Autorità Amministrativa competente.

L’azione giudiziale potrà essere avviata sia in maniera individuale che collettiva.
Quanto costa?
  • Nel caso di azione individuale, la quota di compenso prevista per le attività professionali ammonta a complessivi 1.500 euro (spese ed oneri fiscali inclusi), oltre 400 euro per i costi fissi relativi all’avvio della procedura (compreso contributo unificato, salvo esenzione ex art. 9, co. 1 bis).
  • Nel caso di azione collettiva, la quota di compenso in acconto prevista per le attività professionali ammonta a complessivi 350 euro (spese ed oneri fiscali inclusi), oltre 50 euro per i costi fissi relativi all’avvio della procedura (compreso contributo unificato).

In tale ipotesi, l’azione sarà avviata al raggiungimento di un numero minimo di 7 candidati.

I compensi a saldo, in caso di vittoria, verranno richiesti in base alle tabelle ministeriali vigenti.

Entro quando?

Le adesioni dovranno pervenire entro e non oltre il 31 agosto 2022.

Come aderire

I responsabili dell’azione, gli Avvocati Andrea Scuderi, Simona Santoro e Francesco Giuseppe Marino, possono essere contattati alla mail web@mondolegale.it per richieste di informazioni e adesioni (indicando la situazione personale, i dati anagrafici e i recapiti).