Il Consiglio di Stato sull’utilizzo di sostanze stupefacenti durante una celebrazione religiosa

Published On: 15 December 2023

Il Consiglio di Stato, con sentenza del 20 novembre 2023, si è espresso in materia di libertà di culto religioso e diritto alla salute, al fine di dirimere una vertenza sull’utilizzo di una sostanza psicotropa nel contesto di un rito religioso.

La vertenza trae origine da un ricorso proposto dalla “Chiesa Italiana del Culto Eclettico della Fluente Luce Universale” (ICEFLU), che professa la fede e la carità cristiana basata sulla dottrina della bevanda sacramentale “Santo Daime”, preparata attraverso la decozione in acqua di due piante della foresta amazzonica e derivata dalla tradizione indigena pluri-secolare di alcune tribù del bacino della foresta amazzonica, dove è conosciuta con diversi nomi indigeni, tra cui il più diffuso “ayahuasca”.

La suddetta chiesa, ritenendo imprescindibile l’uso della bevanda stupefacente nella celebrazione del proprio più importante sacramento, ha impugnato il decreto con cui il Ministero della Salute ha inserito le sostanze necessarie a preparare il “Santo Daime” nella tabella I del D.P.R. n. 309/1990, contenente l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope.

Il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso, rilevando la necessità che le tabelle ministeriali siano costantemente aggiornate e indichino, oltre a tutte le sostanze e i preparati indicati nelle convenzioni e negli accordi internazionali, anche le sostanze e i prodotti individuati dalle nuove acquisizioni scientifiche.

In sede di appello, la chiesa ricorrente ha rilevato come la bevanda sacramentale sia considerata dai fedeli una vera e propria manifestazione del divino, la cui assunzione equivale al sacramento della comunione nella chiesa cattolica, risultando dunque imprescindibile per l’esercizio del culto e conforme a tutti gli standard sanitari esistenti in Brasile, paese di origine delle piante necessarie alla sua preparazione.

Il Consiglio di Stato ha confermato la posizione del TAR,  rilevando inoltre che l’inserimento delle sostanze nelle tabelle ministeriali non implica di per sé un divieto assoluto di uso controllato delle predette sostanze, evidenziando solo la sottoposizione di tali sostanze alla vigilanza e al controllo del Ministero.

A detta della Corte, il diritto di professare la propria religione va bilanciato con esigenze altrettanto prioritarie quali la tutela dell’ordine pubblico e della salute, e ciò potrà avvenire non insistendo per l’annullamento della previsione ministeriale ma chiedendo e ottenendo un’autorizzazione all’utilizzo della sostanza durante le cerimonie (impugnando eventuali dinieghi o silenzi con gli ordinari mezzi previsti dal giudizio amministrativo).

#santodaime #iceflu #stupefacenti #culto #religione #chiesa

About the Author: Francesco Giuseppe Marino

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Il Consiglio di Stato sull’utilizzo di sostanze stupefacenti durante una celebrazione religiosa

Published On: 15 December 2023

Il Consiglio di Stato, con sentenza del 20 novembre 2023, si è espresso in materia di libertà di culto religioso e diritto alla salute, al fine di dirimere una vertenza sull’utilizzo di una sostanza psicotropa nel contesto di un rito religioso.

La vertenza trae origine da un ricorso proposto dalla “Chiesa Italiana del Culto Eclettico della Fluente Luce Universale” (ICEFLU), che professa la fede e la carità cristiana basata sulla dottrina della bevanda sacramentale “Santo Daime”, preparata attraverso la decozione in acqua di due piante della foresta amazzonica e derivata dalla tradizione indigena pluri-secolare di alcune tribù del bacino della foresta amazzonica, dove è conosciuta con diversi nomi indigeni, tra cui il più diffuso “ayahuasca”.

La suddetta chiesa, ritenendo imprescindibile l’uso della bevanda stupefacente nella celebrazione del proprio più importante sacramento, ha impugnato il decreto con cui il Ministero della Salute ha inserito le sostanze necessarie a preparare il “Santo Daime” nella tabella I del D.P.R. n. 309/1990, contenente l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope.

Il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso, rilevando la necessità che le tabelle ministeriali siano costantemente aggiornate e indichino, oltre a tutte le sostanze e i preparati indicati nelle convenzioni e negli accordi internazionali, anche le sostanze e i prodotti individuati dalle nuove acquisizioni scientifiche.

In sede di appello, la chiesa ricorrente ha rilevato come la bevanda sacramentale sia considerata dai fedeli una vera e propria manifestazione del divino, la cui assunzione equivale al sacramento della comunione nella chiesa cattolica, risultando dunque imprescindibile per l’esercizio del culto e conforme a tutti gli standard sanitari esistenti in Brasile, paese di origine delle piante necessarie alla sua preparazione.

Il Consiglio di Stato ha confermato la posizione del TAR,  rilevando inoltre che l’inserimento delle sostanze nelle tabelle ministeriali non implica di per sé un divieto assoluto di uso controllato delle predette sostanze, evidenziando solo la sottoposizione di tali sostanze alla vigilanza e al controllo del Ministero.

A detta della Corte, il diritto di professare la propria religione va bilanciato con esigenze altrettanto prioritarie quali la tutela dell’ordine pubblico e della salute, e ciò potrà avvenire non insistendo per l’annullamento della previsione ministeriale ma chiedendo e ottenendo un’autorizzazione all’utilizzo della sostanza durante le cerimonie (impugnando eventuali dinieghi o silenzi con gli ordinari mezzi previsti dal giudizio amministrativo).

#santodaime #iceflu #stupefacenti #culto #religione #chiesa

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