
Bullismo: legittima la scelta di espellere e bocciare
Il TAR Umbria, con una recente sentenza, ha confermato l’espulsione di un alunno dalla scuola superiore per manifesti atti di bullismo, con conseguente bocciatura.
Il provvedimento analizza i poteri dei Presidi a tutela della sicurezza e della serenità dell’ambiente scolastico, rigettando i ricorsi presentati dai genitori di un ragazzo colpevole di bullismo e dichiarando la liceità dell’espulsione e della bocciatura anche quando i comportamenti siano avvenuti fuori dalla scuola.
I genitori hanno impugnato sia l’espulsione che la bocciatura, giustificata anche da ripetute insufficienze, affidando le loro contestazioni a plurimi motivi in fatto e diritto (tra i quali la mancata adozione del regolamento di disciplina, la commissione avvenuta fuori dalla scuola e l’illegittimità della decisione di non rilasciare il nulla osta per l’iscrizione ad altro istituto) e richiedendo anche un risarcimento del danno.
Nel rigettare entrambi i ricorsi, il Collegio oltre ad aver verificato l’infondatezza di tutte le contestazioni formali, ha addirittura ipotizzato la rilevanza penale del comportamento commesso dallo studente espulso, giustificando per tale via l’operato degli organi scolastici e la ragionevolezza della sanzione più grave dell’espulsione.
Infine, è stato ritenuto legittimo anche il diniego di rilasciare il nulla osta per l’iscrizione ad altro istituto, pena l’individuazione di un escamotage utile ad aggirare i fini rieducativi della sanzione.
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