IA e Privacy: l’ordine pubblico non può violare la riservatezza del cittadino

Published On: 1 Febbraio 2024

Prosegue lo scontro – ampiamente previsto e per nulla sorprendente – tra intelligenza artificiale tutela della privacy.

L’Autorità Garante della Privacy, infatti, ha sanzionato un Comune per aver condotto alcuni progetti di ricerca utilizzando l’intelligenza artificiale su dati raccolti tramite telecamere, microfoni e reti pubbliche, violando così la stringente normativa sulla protezione dei dati personali.

I progetti, originariamente avviati con l’utilizzo di fondi messi a disposizione dall’Unione Europea, nasceva dall’intenzione di sfruttare le nuove frontiere della tecnologia per migliorare la sicurezza in ambito urbano e social, ricercando soluzioni intelligenti ad annose problematiche che affliggono le città più popolose (sul modello delle cd. Smart Cities) e social network.

In particolare il primo progetto, denominato con l’evocativo acronimo M.A.R.V.E.L. (Multimodal Extreme Scale Data Analytics for Smart Cities Enviroments), prevedeva l’acquisizione delle immagini dalle telecamere pubbliche già installate e l’incrocio con i dati audio provenienti da microfoni appositamente installati sulla via pubblica; l’analisi incrociata di questi dati avrebbe dovuto portare l’intelligenza artificiale ad individuare situazioni di rischio meritevoli di intervento da parte delle forze dell’ordine.

Il secondo progetto, invece, denominato P.R.O.T.E.C.T.O.R. (PROTECTing places of wORship), prevedeva la sola acquisizione delle immagini dalle telecamere pubbliche e l’incrocio con i messaggi d’odio pubblicati sui social, tentando di prevedere e identificare rischi e minacce per la sicurezza dei luoghi di culto.

Nonostante l’evidente utilità pubblica dei progetti, l’assenza dei presupposti di liceità previsti dalla normativa ha portato il Garante Privacy ad intervenire per la tutela dei diritti inalienabili dei cittadini, comminando una sanzione di cinquantamila euro e l’intimazione di cancellare immediatamente tutti i dati raccolti e trattati.

Per ogni ulteriore dettaglio è possibile fare riferimento al comunicato pubblicato dal Garante, ma in ogni caso risulta interessante leggere che il Comune coinvolto, «che non annovera la ricerca scientifica tra le proprie finalità istituzionali, non ha comprovato la sussistenza di alcun quadro giuridico idoneo a giustificare i trattamenti dei dati personali – relativi anche a reati e a categorie particolari – e la conseguente ingerenza nei diritti e nelle libertà fondamentali delle persone. Tenuto conto che i dati venivano condivisi anche con soggetti terzi, tra cui i partner di progetto, i trattamenti effettuati sono stati quindi ritenuti illeciti».

Oltre a ciò, non era stata effettuata una preventiva valutazione d’impatto e sono risultate carenti sia le tecniche di anonimizzazione che le informative (in effetti, i microfoni registravano tutte le conversazioni effettuate nelle strade).

Sarà necessario trovare un equilibrio tra ciò che è possibile ottenere con il miglior uso delle nuove tecnologie e il fondamentale diritto di ogni cittadino alla riservatezza, assolutamente non recessivo e/o secondario rispetto alle esigenze di ordine pubblico.

#IA #intelligenzaartificiale #privacy #gdpr #registrazioni #marvel

About the Author: Francesco Giuseppe Marino

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IA e Privacy: l’ordine pubblico non può violare la riservatezza del cittadino

Published On: 1 Febbraio 2024

Prosegue lo scontro – ampiamente previsto e per nulla sorprendente – tra intelligenza artificiale tutela della privacy.

L’Autorità Garante della Privacy, infatti, ha sanzionato un Comune per aver condotto alcuni progetti di ricerca utilizzando l’intelligenza artificiale su dati raccolti tramite telecamere, microfoni e reti pubbliche, violando così la stringente normativa sulla protezione dei dati personali.

I progetti, originariamente avviati con l’utilizzo di fondi messi a disposizione dall’Unione Europea, nasceva dall’intenzione di sfruttare le nuove frontiere della tecnologia per migliorare la sicurezza in ambito urbano e social, ricercando soluzioni intelligenti ad annose problematiche che affliggono le città più popolose (sul modello delle cd. Smart Cities) e social network.

In particolare il primo progetto, denominato con l’evocativo acronimo M.A.R.V.E.L. (Multimodal Extreme Scale Data Analytics for Smart Cities Enviroments), prevedeva l’acquisizione delle immagini dalle telecamere pubbliche già installate e l’incrocio con i dati audio provenienti da microfoni appositamente installati sulla via pubblica; l’analisi incrociata di questi dati avrebbe dovuto portare l’intelligenza artificiale ad individuare situazioni di rischio meritevoli di intervento da parte delle forze dell’ordine.

Il secondo progetto, invece, denominato P.R.O.T.E.C.T.O.R. (PROTECTing places of wORship), prevedeva la sola acquisizione delle immagini dalle telecamere pubbliche e l’incrocio con i messaggi d’odio pubblicati sui social, tentando di prevedere e identificare rischi e minacce per la sicurezza dei luoghi di culto.

Nonostante l’evidente utilità pubblica dei progetti, l’assenza dei presupposti di liceità previsti dalla normativa ha portato il Garante Privacy ad intervenire per la tutela dei diritti inalienabili dei cittadini, comminando una sanzione di cinquantamila euro e l’intimazione di cancellare immediatamente tutti i dati raccolti e trattati.

Per ogni ulteriore dettaglio è possibile fare riferimento al comunicato pubblicato dal Garante, ma in ogni caso risulta interessante leggere che il Comune coinvolto, «che non annovera la ricerca scientifica tra le proprie finalità istituzionali, non ha comprovato la sussistenza di alcun quadro giuridico idoneo a giustificare i trattamenti dei dati personali – relativi anche a reati e a categorie particolari – e la conseguente ingerenza nei diritti e nelle libertà fondamentali delle persone. Tenuto conto che i dati venivano condivisi anche con soggetti terzi, tra cui i partner di progetto, i trattamenti effettuati sono stati quindi ritenuti illeciti».

Oltre a ciò, non era stata effettuata una preventiva valutazione d’impatto e sono risultate carenti sia le tecniche di anonimizzazione che le informative (in effetti, i microfoni registravano tutte le conversazioni effettuate nelle strade).

Sarà necessario trovare un equilibrio tra ciò che è possibile ottenere con il miglior uso delle nuove tecnologie e il fondamentale diritto di ogni cittadino alla riservatezza, assolutamente non recessivo e/o secondario rispetto alle esigenze di ordine pubblico.

#IA #intelligenzaartificiale #privacy #gdpr #registrazioni #marvel

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