La Consulta blocca, in Sicilia, il rilascio di nuove concessioni balneari in assenza di PUDM

Published On: 17 Maggio 2022

Con la sentenza numero 108 depositata il 5 maggio 2022, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 3 della legge regionale siciliana numero 17 del 21 luglio del 2021, che aveva fino ad ora consentito il rilascio di concessioni demaniali marittime (cd. concessioni balneari) in mancanza (o in assenza della preventiva verifica di coerenza) dei piani di utilizzo delle aree demaniali marittime (PUDM).

Ad impugnare la norma, nel settembre 2021, è stato il Consiglio dei Ministri su sollecitazione diretta di Legambiente Sicilia.

La disciplina dei Piani di utilizzo del demanio marittimo in Sicilia infatti, è stata originariamente prevista con la legge regionale numero 15 del 29 novembre 2005 che, in coerenza con le norme statali, imponeva ai Comuni di dotarsi del Piano per poter rilasciare nuove concessioni balneari.

La Regione Sicilia, consentendo il rilascio di nuove concessioni in assenza del PUDM con la legge 17/2021, aveva di fatto sovvertito la scansione procedimentale prevista dalla normativa nazionale, abbassando il livello di tutela assicurato al paesaggio nei Comuni costieri.

Tra le motivazioni addotte dalla Consulta, risulta di particolare interesse la precisazione che i PUDM  svolgano “…un’essenziale funzione non solo di regolamentazione della concorrenza e della gestione economica del litorale marino, ma anche di tutela dell’ambiente e del paesaggio, garantendone tra l’altro la fruizione comune anche al di fuori degli stabilimenti balneari, attraverso la destinazione di una quota di spiaggia libera pari, secondo quanto previsto dalla stessa legge reg. siciliana n. 15 del 2005, al cinquanta per cento del litorale…“.

Pertanto “…una disposizione che […] preveda, in deroga al divieto di nuove concessioni nei Comuni siciliani ancora sprovvisti di Pudm già imposto dalla legislazione precedente, la possibilità di continuare a rilasciarle anche in seguito, ha l’effetto di eliminare un importante incentivo per i Comuni ad avviare il relativo procedimento di approvazione; e determina, conseguentemente, un abbassamento del livello di tutela dell’ambiente e del paesaggio nei Comuni costieri rispetto a quanto già in precedenza assicurato dalla stessa legislazione regionale previgente…“.

Di fatto la Corte Costituzionale accoglie in toto le contestazioni del Consiglio dei Ministri e di Legambiente Sicilia, insistendo perché si prosegua nelle procedure di approvazione dei Piani di Utilizzo così da contrastare l’aggressione indiscriminata al demanio marittimo e consentire la corretta pianificazione delle spiagge, stante la loro natura di beni comuni vulnerabili.

Quale ultima nota, non è secondario ricordare che la legge regionale numero 32 del 2020 imporrebbe alla Regione Sicilia il commissariamento dei Comuni in ritardo con l’approvazione del PUDM (termine oramai scaduto il 30 giugno 2021).

La Regione – e i Comuni – stanno tutt’ora operando al di fuori della legalità, e risulta comprensibile la volontà della società civile di porre fine a tale situazione.

#concessioni #concessionibalneari #spiagge #pudm #consulta #cortecostituzionale

About the Author: Francesco Giuseppe Marino

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La Consulta blocca, in Sicilia, il rilascio di nuove concessioni balneari in assenza di PUDM

Published On: 17 Maggio 2022

Con la sentenza numero 108 depositata il 5 maggio 2022, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 3 della legge regionale siciliana numero 17 del 21 luglio del 2021, che aveva fino ad ora consentito il rilascio di concessioni demaniali marittime (cd. concessioni balneari) in mancanza (o in assenza della preventiva verifica di coerenza) dei piani di utilizzo delle aree demaniali marittime (PUDM).

Ad impugnare la norma, nel settembre 2021, è stato il Consiglio dei Ministri su sollecitazione diretta di Legambiente Sicilia.

La disciplina dei Piani di utilizzo del demanio marittimo in Sicilia infatti, è stata originariamente prevista con la legge regionale numero 15 del 29 novembre 2005 che, in coerenza con le norme statali, imponeva ai Comuni di dotarsi del Piano per poter rilasciare nuove concessioni balneari.

La Regione Sicilia, consentendo il rilascio di nuove concessioni in assenza del PUDM con la legge 17/2021, aveva di fatto sovvertito la scansione procedimentale prevista dalla normativa nazionale, abbassando il livello di tutela assicurato al paesaggio nei Comuni costieri.

Tra le motivazioni addotte dalla Consulta, risulta di particolare interesse la precisazione che i PUDM  svolgano “…un’essenziale funzione non solo di regolamentazione della concorrenza e della gestione economica del litorale marino, ma anche di tutela dell’ambiente e del paesaggio, garantendone tra l’altro la fruizione comune anche al di fuori degli stabilimenti balneari, attraverso la destinazione di una quota di spiaggia libera pari, secondo quanto previsto dalla stessa legge reg. siciliana n. 15 del 2005, al cinquanta per cento del litorale…“.

Pertanto “…una disposizione che […] preveda, in deroga al divieto di nuove concessioni nei Comuni siciliani ancora sprovvisti di Pudm già imposto dalla legislazione precedente, la possibilità di continuare a rilasciarle anche in seguito, ha l’effetto di eliminare un importante incentivo per i Comuni ad avviare il relativo procedimento di approvazione; e determina, conseguentemente, un abbassamento del livello di tutela dell’ambiente e del paesaggio nei Comuni costieri rispetto a quanto già in precedenza assicurato dalla stessa legislazione regionale previgente…“.

Di fatto la Corte Costituzionale accoglie in toto le contestazioni del Consiglio dei Ministri e di Legambiente Sicilia, insistendo perché si prosegua nelle procedure di approvazione dei Piani di Utilizzo così da contrastare l’aggressione indiscriminata al demanio marittimo e consentire la corretta pianificazione delle spiagge, stante la loro natura di beni comuni vulnerabili.

Quale ultima nota, non è secondario ricordare che la legge regionale numero 32 del 2020 imporrebbe alla Regione Sicilia il commissariamento dei Comuni in ritardo con l’approvazione del PUDM (termine oramai scaduto il 30 giugno 2021).

La Regione – e i Comuni – stanno tutt’ora operando al di fuori della legalità, e risulta comprensibile la volontà della società civile di porre fine a tale situazione.

#concessioni #concessionibalneari #spiagge #pudm #consulta #cortecostituzionale

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