Lavori pubblici svolti da privati e nuovo Codice Appalti
L’ANAC, con atto al governo e al Parlamento del 18 ottobre 2023, ha segnalato la necessità di un intervento normativo – e ciò a seguito della richiesta di parere da parte di un Assessorato Regionale – in merito all’applicabilità delle regole contenute nel nuovo codice degli appalti ai lavori pubblici svolti da privati con finanziamenti pubblici in percentuali superiori al 50% e per importi superiori al milione di euro.
L’Atto di segnalazione interviene anche sull’opportunità di prevedere un sistema di qualificazione ad hoc per i soggetti privati tenuti all’applicazione del codice.
E al riguardo, ha ritenuto di poter suggerire un sistema ‘modulare’ che consenta ai soggetti privati tenuti, ai sensi di legge, a obblighi di evidenza pubblica in quanto destinatari di finanziamenti pubblici di notevole entità (ad esempio di importo superiore ad 1 milione di euro): a) nell’immediato sulla base di quanto previsto anche per le altre stazioni appaltanti pubbliche non qualificate (quando superino la soglia di 500mila euro), di rivolgersi a stazioni appaltanti qualificate per lo svolgimento delle procedure; e b) per il futuro, di conseguire la qualificazione, se già in possesso di specifiche competenze e know how che il privato intende conservare e valorizzare, tramite criteri di qualificazione snelli e definiti appositamente dall’Autorità.
Ciò fermo restando che tale scelta dovrebbe rimanere facoltativa (e quindi nel solo interesse del privato) potendosi, in termini generali, mantenere la possibilità di rivolgersi sempre a una stazione appaltante qualificata. In caso di risposta negativa da parte della stazione appaltante qualificata a cui i soggetti privati dovessero rivolgersi, rimarrebbe possibile adire l’Autorità per ottenere la designazione d’ufficio.
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