PNRR: al via gli investimenti finalizzati alla forestazione nelle aree urbane ed extraurbane del territorio nazionale
Il Ministro della Transizione Ecologica con il decreto del 7 dicembre 2021, ha approvato il “Piano di forestazione urbana ed extraurbana”, relativo all’investimento 3.1 “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”, parte della Linea di intervento 3 “Salvaguardare la qualità dell’aria e la biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine”, nella Componente 4 “Tutela del territorio e della risorsa idrica” della Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione ecologica” del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il Piano affronta uno tra i temi più importanti in materia di biodiversità che è quello della conservazione delle foreste, fondamentale per assicurare la sopravvivenza di piante, animali vertebrati e invertebrati e altri microorganismi mantenendo i servizi ecosistemici fondamentali tra cui la produzione di biomassa, lo stoccaggio del carbonio, la regolazione del ciclo dell’acqua e dei vari componenti bio-geochimici nonché la protezione del suolo.
La Strategia nazionale per la biodiversità 2020-2030 invero, persegue un obiettivo specifico mirato alla conservazione delle foreste con interventi rivolti ad aumentare la superficie forestale anche in aree danneggiate da disturbi naturali e antropici, promuovendo l’impiego di specie forestali autoctone, riducendo gli impatti negativi del cambiamento climatico con i conseguenti benefici per la salute e il benessere pubblico.
L’aspetto più importante del Piano quindi, riguarda la forestazione in ambito urbano, periurbano ed extraurbano, in particolare nelle aree vaste metropolitane con l’inserimento di soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions – NBS), come infrastrutture e corridoi verdi, tetti e pareti verdi, fitodepurazioni, alberature, parchi e orti urbani, canali e fossi inerbiti di drenaggio.
Ciò consentirà alle città di rafforzare la resilienza e l’adattamento ai cambiamenti climatici, migliorando la qualità dell’aria, contrastando le ondate di calore e le piogge alluvionali.
Inoltre, saranno realizzati boschi urbani, periurbani ed extraurbani, con la messa a dimora di 6,6 milioni di alberi nelle aree vaste delle 14 Città metropolitane, esposte ai problemi di inquinamento atmosferico, all’impatto dei cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini.
Il Piano di forestazione urbana ed extraurbana rappresenta uno strumento che permette a tutti i soggetti attuatori a livello nazionale di seguire una metodologia comune basata su esatti riferimenti scientifici al fine di individuare e mettere a dimora l’albero giusto al posto giusto (albero coerente con le caratteristiche biogeografiche e ecologiche dei luoghi).
Per la sua attuazione, il MITE ha previsto la presenza di organi istituzionali quali ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), CUFA (Arma dei Carabinieri, Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari) e ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) e il supporto del CIRBISES (Centro di Ricerca Interuniversitario Biodiversità, Servizi ecosistemici e sostenibilità) che seguiranno tutto il percorso operativo a partire dal necessario sostegno tecnico e scientifico ai soggetti attuatori fino alle fasi di monitoraggio degli effetti diretti ed indiretti dei nuovi boschi urbani.
Ed invero, la tutela delle foreste e la messa a dimora di milioni di alberi e arbusti richiedono una elevata capacità di integrazione di competenze scientifiche e professionali diverse.
La forestazione urbana ed extraurbana inoltre, è anche un investimento molto efficace in termini di ritorni occupazionali, culturali e scientifici poiché offre una straordinaria occasione per rilanciare attività economiche importanti legate alla produzione e coltivazione di piante che partono dalla stessa raccolta dei semi di piante autoctone coerenti con le vegetazioni potenziali locali.
Il Piano di forestazione è finalizzato alla realizzazione di aree forestali certificate nella loro caratterizzazione genetica ed ecologica dall’uso esclusivo di piante autoctone che non diano luogo a problemi di salute pubblica, garantendo una maggiore tutela della biodiversità e una migliore performance funzionale degli ecosistemi in termini di resistenza e resilienza.