Dopo il Garante per la protezione dei dati personali, anche il Consiglio di Stato ha reso il proprio parere sullo schema di decreto che disciplina le modalità e le regole tecniche per la realizzazione, la gestione ed il funzionamento della piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione.
La piattaforma per la notificazione digitale degli atti
Tale piattaforma è disciplinata dall’articolo 26 del decreto legge n. 76/2020 il quale prevede tra l’altro che:
– ai fini della notificazione di atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni, in alternativa alle modalità previste da altre disposizioni di legge, anche in materia tributaria, le amministrazioni possono rendere disponibili telematicamente sulla piattaforma i corrispondenti documenti informatici;
– il gestore della piattaforma (ovvero la società Pago PA s.p.a.) per ogni atto da notificare, invia al destinatario un avviso (col quale comunica l’esistenza e l’identificativo univoco della notificazione – IUN) ai destinatari che siano titolari di un indirizzo di posta elettronica certificata (mentre ai destinatari che abbiano comunicato un indirizzo email non certificato, è inviato un mero avviso di cortesia);
– se il recapito digitale risulta saturo, il gestore della piattaforma, dopo un secondo tentativo, rende disponibile un avviso di mancato recapito in apposita area e ne dà notizia a mezzo lettera raccomandata;
– la notificazione si perfeziona per l’amministrazione alla data in cui il documento informatico è reso disponibile sulla piattaforma mentre per il destinatario, il settimo giorno successivo alla data di consegna dell’avviso di avvenuta ricezione in formato elettronico, il decimo giorno successivo al perfezionamento della notificazione dell’avviso di avvenuta ricezione in formato cartaceo, e se anteriore nella data in cui il destinatario ha accesso tramite la piattaforma al documento informatico.
Il parere del Consiglio di Stato
La Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato, col parere numero 107 del 2022, ha chiesto la rivalutazione dello schema di decreto, considerato l’impatto sociale che avrà sui cittadini e le finalità di tale nuova modalità tecnologica (volta a perseguire semplificazione, modernizzazione e risparmio economico).
Nel parere si segnala tra l’altro:
– una carenza nella analisi e nella valutazione di impatto della regolazione (rispettivamente A.I.R. e V.I.R.) che assumono particolare rilevanza, consentendo di comprendere in che misura sarà davvero possibile il conseguimento dell’obiettivo di rendere più semplice, efficiente, sicura ed economica la notificazione degli atti con risparmio per la spesa pubblica e minori oneri per i cittadini;
– che l’obiettivo della semplificazione è strettamente legato alla concreta possibilità e capacità del personale delle pubbliche amministrazioni di utilizzare la piattaforma ed alla effettiva disponibilità di strumenti informatici e al possesso di una minima alfabetizzazione digitale da parte dei cittadini e delle imprese;
– che la previsione dell’abbattimento delle spese vive legate all’attuale processo di notifica (con la stampa cartacea e la spedizione degli atti) e della riduzione del contenzioso, è da ritenersi apodittica e generica (al pari della previsione di un risparmio annuo di almeno 50 milioni di Euro relativi alle spese vive di notifica e di circa 55 milioni di euro derivanti dall’abbattimento del contenzioso);
– il rischio che l’adozione di procedure innovative, cui non faccia seguito una adeguata implementazione pratica, risulti inefficace e controproducente.
Da ciò quindi, l’invito del Consiglio di Stato ad integrare le suddette analisi e prevedere e predisporre interventi di accompagnamento necessari ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi come ad esempio:
– una campagna di comunicazione istituzionale volta a facilitare e incentivare l’utilizzo della piattaforma illustrandone caratteristiche ed i benefici;
– la previsione di una prima fase di sperimentazione nella quale fornire un’attività di consulenza e supporto ai cittadini ed alle imprese per facilitare l’accesso alla piattaforma;
– iniziative di carattere formativo per il personale delle amministrazioni e servizi di facilitazione digitale e informativi per i cittadini.
Piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione
Dopo il Garante per la protezione dei dati personali, anche il Consiglio di Stato ha reso il proprio parere sullo schema di decreto che disciplina le modalità e le regole tecniche per la realizzazione, la gestione ed il funzionamento della piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione.
La piattaforma per la notificazione digitale degli atti
Tale piattaforma è disciplinata dall’articolo 26 del decreto legge n. 76/2020 il quale prevede tra l’altro che:
– ai fini della notificazione di atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni, in alternativa alle modalità previste da altre disposizioni di legge, anche in materia tributaria, le amministrazioni possono rendere disponibili telematicamente sulla piattaforma i corrispondenti documenti informatici;
– il gestore della piattaforma (ovvero la società Pago PA s.p.a.) per ogni atto da notificare, invia al destinatario un avviso (col quale comunica l’esistenza e l’identificativo univoco della notificazione – IUN) ai destinatari che siano titolari di un indirizzo di posta elettronica certificata (mentre ai destinatari che abbiano comunicato un indirizzo email non certificato, è inviato un mero avviso di cortesia);
– se il recapito digitale risulta saturo, il gestore della piattaforma, dopo un secondo tentativo, rende disponibile un avviso di mancato recapito in apposita area e ne dà notizia a mezzo lettera raccomandata;
– la notificazione si perfeziona per l’amministrazione alla data in cui il documento informatico è reso disponibile sulla piattaforma mentre per il destinatario, il settimo giorno successivo alla data di consegna dell’avviso di avvenuta ricezione in formato elettronico, il decimo giorno successivo al perfezionamento della notificazione dell’avviso di avvenuta ricezione in formato cartaceo, e se anteriore nella data in cui il destinatario ha accesso tramite la piattaforma al documento informatico.
Il parere del Consiglio di Stato
La Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato, col parere numero 107 del 2022, ha chiesto la rivalutazione dello schema di decreto, considerato l’impatto sociale che avrà sui cittadini e le finalità di tale nuova modalità tecnologica (volta a perseguire semplificazione, modernizzazione e risparmio economico).
Nel parere si segnala tra l’altro:
– una carenza nella analisi e nella valutazione di impatto della regolazione (rispettivamente A.I.R. e V.I.R.) che assumono particolare rilevanza, consentendo di comprendere in che misura sarà davvero possibile il conseguimento dell’obiettivo di rendere più semplice, efficiente, sicura ed economica la notificazione degli atti con risparmio per la spesa pubblica e minori oneri per i cittadini;
– che l’obiettivo della semplificazione è strettamente legato alla concreta possibilità e capacità del personale delle pubbliche amministrazioni di utilizzare la piattaforma ed alla effettiva disponibilità di strumenti informatici e al possesso di una minima alfabetizzazione digitale da parte dei cittadini e delle imprese;
– che la previsione dell’abbattimento delle spese vive legate all’attuale processo di notifica (con la stampa cartacea e la spedizione degli atti) e della riduzione del contenzioso, è da ritenersi apodittica e generica (al pari della previsione di un risparmio annuo di almeno 50 milioni di Euro relativi alle spese vive di notifica e di circa 55 milioni di euro derivanti dall’abbattimento del contenzioso);
– il rischio che l’adozione di procedure innovative, cui non faccia seguito una adeguata implementazione pratica, risulti inefficace e controproducente.
Da ciò quindi, l’invito del Consiglio di Stato ad integrare le suddette analisi e prevedere e predisporre interventi di accompagnamento necessari ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi come ad esempio:
– una campagna di comunicazione istituzionale volta a facilitare e incentivare l’utilizzo della piattaforma illustrandone caratteristiche ed i benefici;
– la previsione di una prima fase di sperimentazione nella quale fornire un’attività di consulenza e supporto ai cittadini ed alle imprese per facilitare l’accesso alla piattaforma;
– iniziative di carattere formativo per il personale delle amministrazioni e servizi di facilitazione digitale e informativi per i cittadini.
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Dopo il Garante per la protezione dei dati personali, anche il Consiglio di Stato ha reso il proprio parere sullo schema di decreto che disciplina le modalità e le regole tecniche per la realizzazione, la gestione ed il funzionamento della piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione.
La piattaforma per la notificazione digitale degli atti
Tale piattaforma è disciplinata dall’articolo 26 del decreto legge n. 76/2020 il quale prevede tra l’altro che:
– ai fini della notificazione di atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni, in alternativa alle modalità previste da altre disposizioni di legge, anche in materia tributaria, le amministrazioni possono rendere disponibili telematicamente sulla piattaforma i corrispondenti documenti informatici;
– il gestore della piattaforma (ovvero la società Pago PA s.p.a.) per ogni atto da notificare, invia al destinatario un avviso (col quale comunica l’esistenza e l’identificativo univoco della notificazione – IUN) ai destinatari che siano titolari di un indirizzo di posta elettronica certificata (mentre ai destinatari che abbiano comunicato un indirizzo email non certificato, è inviato un mero avviso di cortesia);
– se il recapito digitale risulta saturo, il gestore della piattaforma, dopo un secondo tentativo, rende disponibile un avviso di mancato recapito in apposita area e ne dà notizia a mezzo lettera raccomandata;
– la notificazione si perfeziona per l’amministrazione alla data in cui il documento informatico è reso disponibile sulla piattaforma mentre per il destinatario, il settimo giorno successivo alla data di consegna dell’avviso di avvenuta ricezione in formato elettronico, il decimo giorno successivo al perfezionamento della notificazione dell’avviso di avvenuta ricezione in formato cartaceo, e se anteriore nella data in cui il destinatario ha accesso tramite la piattaforma al documento informatico.
Il parere del Consiglio di Stato
La Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato, col parere numero 107 del 2022, ha chiesto la rivalutazione dello schema di decreto, considerato l’impatto sociale che avrà sui cittadini e le finalità di tale nuova modalità tecnologica (volta a perseguire semplificazione, modernizzazione e risparmio economico).
Nel parere si segnala tra l’altro:
– una carenza nella analisi e nella valutazione di impatto della regolazione (rispettivamente A.I.R. e V.I.R.) che assumono particolare rilevanza, consentendo di comprendere in che misura sarà davvero possibile il conseguimento dell’obiettivo di rendere più semplice, efficiente, sicura ed economica la notificazione degli atti con risparmio per la spesa pubblica e minori oneri per i cittadini;
– che l’obiettivo della semplificazione è strettamente legato alla concreta possibilità e capacità del personale delle pubbliche amministrazioni di utilizzare la piattaforma ed alla effettiva disponibilità di strumenti informatici e al possesso di una minima alfabetizzazione digitale da parte dei cittadini e delle imprese;
– che la previsione dell’abbattimento delle spese vive legate all’attuale processo di notifica (con la stampa cartacea e la spedizione degli atti) e della riduzione del contenzioso, è da ritenersi apodittica e generica (al pari della previsione di un risparmio annuo di almeno 50 milioni di Euro relativi alle spese vive di notifica e di circa 55 milioni di euro derivanti dall’abbattimento del contenzioso);
– il rischio che l’adozione di procedure innovative, cui non faccia seguito una adeguata implementazione pratica, risulti inefficace e controproducente.
Da ciò quindi, l’invito del Consiglio di Stato ad integrare le suddette analisi e prevedere e predisporre interventi di accompagnamento necessari ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi come ad esempio:
– una campagna di comunicazione istituzionale volta a facilitare e incentivare l’utilizzo della piattaforma illustrandone caratteristiche ed i benefici;
– la previsione di una prima fase di sperimentazione nella quale fornire un’attività di consulenza e supporto ai cittadini ed alle imprese per facilitare l’accesso alla piattaforma;
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