Il vissuto nei
confronti della pubblica amministrazione
Un’interessante indagine sponsorizzata dal Formez, rivela in modo impietoso come la pubblica amministrazione venga percepita dal cittadino come un ghiacciaio: malgrado si muova lentamente ed impercettibilmente, essa appare sempre uguale, monolitica, imponente e gelida nei confronti dei cittadini.
Il
cittadino intervistato è maldisposto e si colloca aprioristicamente in un
contesto emozionale avverso all’amministrazione pubblica. Se si chiede agli
intervistati di associare una sensazione alla pubblica amministrazione, le
risposte più frequenti sono: inefficienza,
indisponibilità, indifferenza, confusione, lentezza, spreco, caos.
Solo
in una fase successiva dell’intervista, l’atteggiamento del cittadino diviene
più morbido e razionale e può anche emergere il ricordo di un’esperienza
positiva; tuttavia i rapporti con le istituzioni pubbliche sembrano
irrimediabilmente segnati da un dato negativo.
Emerge
inoltre una fiducia a senso unico: “mentre
il cittadino deve fidarsi dello Stato, invece lo Stato parte dall’idea che il
cittadino dica il falso”
La
prospettiva tuttavia, sembra evolversi in senso parzialmente differente, anche per
le trasformazioni intervenute a livello normativo: il rapporto tra P.A. e
cittadino appare progressivamente orientato verso una relazione friendly, meno
verticale e subordinata, in cui i soggetti sono dotati di pari dignità e in cui
il rapporto si fonda sul riconoscimento reciproco.
Il valore del tempo
Dall’indagine
inoltre, emerge una profonda discrasia tra la percezione del tempo del cittadino
e quella dell’amministrazione il tempo (ovvero il tempo che essa impiega per
erogare il servizio richiesto).
Per
il cittadino, una volta entrato in relazione con la P.A., il tempo diventa
ritardo: il tempo dell’amministrazione è percepito come sballottamento da un ufficio all’altro, come rinvio, attesa, trafila burocratica.
La
percezione diviene ancor più disarmante, rispetto ai tempi sempre più veloci del
mercato e della vita quotidiana.
Storie di complicazioni
L’Ufficio per la semplificazione e la
sburocratizzazione ha pubblicato gli esiti
della prima consultazione pubblica indetta dal Ministro per la pubblica
amministrazione, con l’obiettivo di conoscere i problemi quotidiani che
affliggono cittadini ed imprese e individuare le soluzioni.
La
consultazione pubblica è stata ospitata sulla piattaforma ParteciPA, la
piattaforma del Governo italiano dedicata ai processi di consultazione e
partecipazione pubblica (report, webinar ed altri dettagli sono disponibili al
link https://partecipa.gov.it/processes/semplificazione).
Ecco
le principali complicazioni segnalate da cittadini ed imprese:
1) Troppi
dati da comunicare;
2) Richiesta
reiterata degli stessi dati;
3) Procedure,
servizi e pagamenti non digitalizzati;
4)
Scarsa chiarezza delle regole e delle procedure;
5) Tempi
delle procedure troppo lunghi;
6)
Adempimenti eccessivi e sproporzionati.
Le segnalazioni
più rilevanti fanno riferimento ai seguenti aspetti:
–
difficoltà di comprendere i passaggi necessari allo svolgimento delle procedure
(come richiedere un’autorizzazione? cosa allegare?);
–
difficoltà ad individuare l’ufficio responsabile;
– difficoltà ad individuare il ruolo di ciascuna
amministrazione coinvolta;
– tempo
sprecato a leggere testi, regolamenti, circolari, avvisi, moduli;
– eccessiva
lunghezza e costo dei procedimenti;
–
incertezza dell’esito dei procedimenti;
– rilievi
sollevati solo in fase procedimentale avanzata, che potevano essere avanzati
prima;
– inaspettati
impedimenti anche nell’applicazione, di norme e strumenti innovativi volti proprio
alla semplificazione.
Nel campo
dell’edilizia poi, i cittadini e le imprese lamentano nello specifico:
– troppi
titoli abilitativi e procedimenti a disposizione (Attività libera, CILA, SCIA,
SCIA Alternativa, Permesso di Costruire);
–
difficoltà nel comprendere la differenza tra i vari procedimenti;
–
conseguenze assolutamente eccessive (ad es. abusività delle opere) in caso di
errore nella scelta del tipo di procedimento, a
fronte di un problema solo formale (ad es. di modulistica);
–
eccessiva disomogeneità nelle norme locali da comune a comune (regolamenti
edilizi e norme di attuazione);
–
confine labile tra vari interventi (manutenzione ordinaria, straordinaria,
risanamento conservativo, restauro, ristrutturazione e nuova costruzione);
– pericolo
che i bonus in edilizia siano resi vani dalle complicazioni delle procedure,
perdendosi in una miriade di pratiche burocratiche;
– è
molto più complicato e costoso, in termini di adempimenti burocratici,
ristrutturare edifici esistenti che costruirne di nuovi.
La sensazione
che emerge dalla lettura delle cosiddette storie
di complicazioni, è che il cittadino resti al servizio della pubblica
amministrazione, mentre dovrebbe essere il contrario.
Semplificare ascoltando / storie di complicazioni
Il vissuto nei confronti della pubblica amministrazione
Un’interessante indagine sponsorizzata dal Formez, rivela in modo impietoso come la pubblica amministrazione venga percepita dal cittadino come un ghiacciaio: malgrado si muova lentamente ed impercettibilmente, essa appare sempre uguale, monolitica, imponente e gelida nei confronti dei cittadini.
Il cittadino intervistato è maldisposto e si colloca aprioristicamente in un contesto emozionale avverso all’amministrazione pubblica. Se si chiede agli intervistati di associare una sensazione alla pubblica amministrazione, le risposte più frequenti sono: inefficienza, indisponibilità, indifferenza, confusione, lentezza, spreco, caos.
Solo in una fase successiva dell’intervista, l’atteggiamento del cittadino diviene più morbido e razionale e può anche emergere il ricordo di un’esperienza positiva; tuttavia i rapporti con le istituzioni pubbliche sembrano irrimediabilmente segnati da un dato negativo.
Emerge inoltre una fiducia a senso unico: “mentre il cittadino deve fidarsi dello Stato, invece lo Stato parte dall’idea che il cittadino dica il falso”
La prospettiva tuttavia, sembra evolversi in senso parzialmente differente, anche per le trasformazioni intervenute a livello normativo: il rapporto tra P.A. e cittadino appare progressivamente orientato verso una relazione friendly, meno verticale e subordinata, in cui i soggetti sono dotati di pari dignità e in cui il rapporto si fonda sul riconoscimento reciproco.
Il valore del tempo
Dall’indagine inoltre, emerge una profonda discrasia tra la percezione del tempo del cittadino e quella dell’amministrazione il tempo (ovvero il tempo che essa impiega per erogare il servizio richiesto).
Per il cittadino, una volta entrato in relazione con la P.A., il tempo diventa ritardo: il tempo dell’amministrazione è percepito come sballottamento da un ufficio all’altro, come rinvio, attesa, trafila burocratica.
La percezione diviene ancor più disarmante, rispetto ai tempi sempre più veloci del mercato e della vita quotidiana.
Storie di complicazioni
L’Ufficio per la semplificazione e la sburocratizzazione ha pubblicato gli esiti della prima consultazione pubblica indetta dal Ministro per la pubblica amministrazione, con l’obiettivo di conoscere i problemi quotidiani che affliggono cittadini ed imprese e individuare le soluzioni.
La consultazione pubblica è stata ospitata sulla piattaforma ParteciPA, la piattaforma del Governo italiano dedicata ai processi di consultazione e partecipazione pubblica (report, webinar ed altri dettagli sono disponibili al link https://partecipa.gov.it/processes/semplificazione).
Ecco le principali complicazioni segnalate da cittadini ed imprese:
1) Troppi dati da comunicare;
2) Richiesta reiterata degli stessi dati;
3) Procedure, servizi e pagamenti non digitalizzati;
4) Scarsa chiarezza delle regole e delle procedure;
5) Tempi delle procedure troppo lunghi;
6) Adempimenti eccessivi e sproporzionati.
Le segnalazioni più rilevanti fanno riferimento ai seguenti aspetti:
– difficoltà di comprendere i passaggi necessari allo svolgimento delle procedure (come richiedere un’autorizzazione? cosa allegare?);
– difficoltà ad individuare l’ufficio responsabile;
– difficoltà ad individuare il ruolo di ciascuna amministrazione coinvolta;
– tempo sprecato a leggere testi, regolamenti, circolari, avvisi, moduli;
– eccessiva lunghezza e costo dei procedimenti;
– incertezza dell’esito dei procedimenti;
– rilievi sollevati solo in fase procedimentale avanzata, che potevano essere avanzati prima;
– inaspettati impedimenti anche nell’applicazione, di norme e strumenti innovativi volti proprio alla semplificazione.
Nel campo dell’edilizia poi, i cittadini e le imprese lamentano nello specifico:
– troppi titoli abilitativi e procedimenti a disposizione (Attività libera, CILA, SCIA, SCIA Alternativa, Permesso di Costruire);
– difficoltà nel comprendere la differenza tra i vari procedimenti;
– conseguenze assolutamente eccessive (ad es. abusività delle opere) in caso di errore nella scelta del tipo di procedimento, a fronte di un problema solo formale (ad es. di modulistica);
– eccessiva disomogeneità nelle norme locali da comune a comune (regolamenti edilizi e norme di attuazione);
– confine labile tra vari interventi (manutenzione ordinaria, straordinaria, risanamento conservativo, restauro, ristrutturazione e nuova costruzione);
– pericolo che i bonus in edilizia siano resi vani dalle complicazioni delle procedure, perdendosi in una miriade di pratiche burocratiche;
– è molto più complicato e costoso, in termini di adempimenti burocratici, ristrutturare edifici esistenti che costruirne di nuovi.
La sensazione che emerge dalla lettura delle cosiddette storie di complicazioni, è che il cittadino resti al servizio della pubblica amministrazione, mentre dovrebbe essere il contrario.
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Il vissuto nei confronti della pubblica amministrazione
Un’interessante indagine sponsorizzata dal Formez, rivela in modo impietoso come la pubblica amministrazione venga percepita dal cittadino come un ghiacciaio: malgrado si muova lentamente ed impercettibilmente, essa appare sempre uguale, monolitica, imponente e gelida nei confronti dei cittadini.
Il cittadino intervistato è maldisposto e si colloca aprioristicamente in un contesto emozionale avverso all’amministrazione pubblica. Se si chiede agli intervistati di associare una sensazione alla pubblica amministrazione, le risposte più frequenti sono: inefficienza, indisponibilità, indifferenza, confusione, lentezza, spreco, caos.
Solo in una fase successiva dell’intervista, l’atteggiamento del cittadino diviene più morbido e razionale e può anche emergere il ricordo di un’esperienza positiva; tuttavia i rapporti con le istituzioni pubbliche sembrano irrimediabilmente segnati da un dato negativo.
Emerge inoltre una fiducia a senso unico: “mentre il cittadino deve fidarsi dello Stato, invece lo Stato parte dall’idea che il cittadino dica il falso”
La prospettiva tuttavia, sembra evolversi in senso parzialmente differente, anche per le trasformazioni intervenute a livello normativo: il rapporto tra P.A. e cittadino appare progressivamente orientato verso una relazione friendly, meno verticale e subordinata, in cui i soggetti sono dotati di pari dignità e in cui il rapporto si fonda sul riconoscimento reciproco.
Il valore del tempo
Dall’indagine inoltre, emerge una profonda discrasia tra la percezione del tempo del cittadino e quella dell’amministrazione il tempo (ovvero il tempo che essa impiega per erogare il servizio richiesto).
Per il cittadino, una volta entrato in relazione con la P.A., il tempo diventa ritardo: il tempo dell’amministrazione è percepito come sballottamento da un ufficio all’altro, come rinvio, attesa, trafila burocratica.
La percezione diviene ancor più disarmante, rispetto ai tempi sempre più veloci del mercato e della vita quotidiana.
Storie di complicazioni
L’Ufficio per la semplificazione e la sburocratizzazione ha pubblicato gli esiti della prima consultazione pubblica indetta dal Ministro per la pubblica amministrazione, con l’obiettivo di conoscere i problemi quotidiani che affliggono cittadini ed imprese e individuare le soluzioni.
La consultazione pubblica è stata ospitata sulla piattaforma ParteciPA, la piattaforma del Governo italiano dedicata ai processi di consultazione e partecipazione pubblica (report, webinar ed altri dettagli sono disponibili al link https://partecipa.gov.it/processes/semplificazione).
Ecco le principali complicazioni segnalate da cittadini ed imprese:
1) Troppi dati da comunicare;
2) Richiesta reiterata degli stessi dati;
3) Procedure, servizi e pagamenti non digitalizzati;
4) Scarsa chiarezza delle regole e delle procedure;
5) Tempi delle procedure troppo lunghi;
6) Adempimenti eccessivi e sproporzionati.
Le segnalazioni più rilevanti fanno riferimento ai seguenti aspetti:
– difficoltà di comprendere i passaggi necessari allo svolgimento delle procedure (come richiedere un’autorizzazione? cosa allegare?);
– difficoltà ad individuare l’ufficio responsabile;
– difficoltà ad individuare il ruolo di ciascuna amministrazione coinvolta;
– tempo sprecato a leggere testi, regolamenti, circolari, avvisi, moduli;
– eccessiva lunghezza e costo dei procedimenti;
– incertezza dell’esito dei procedimenti;
– rilievi sollevati solo in fase procedimentale avanzata, che potevano essere avanzati prima;
– inaspettati impedimenti anche nell’applicazione, di norme e strumenti innovativi volti proprio alla semplificazione.
Nel campo dell’edilizia poi, i cittadini e le imprese lamentano nello specifico:
– troppi titoli abilitativi e procedimenti a disposizione (Attività libera, CILA, SCIA, SCIA Alternativa, Permesso di Costruire);
– difficoltà nel comprendere la differenza tra i vari procedimenti;
– conseguenze assolutamente eccessive (ad es. abusività delle opere) in caso di errore nella scelta del tipo di procedimento, a fronte di un problema solo formale (ad es. di modulistica);
– eccessiva disomogeneità nelle norme locali da comune a comune (regolamenti edilizi e norme di attuazione);
– confine labile tra vari interventi (manutenzione ordinaria, straordinaria, risanamento conservativo, restauro, ristrutturazione e nuova costruzione);
– pericolo che i bonus in edilizia siano resi vani dalle complicazioni delle procedure, perdendosi in una miriade di pratiche burocratiche;
– è molto più complicato e costoso, in termini di adempimenti burocratici, ristrutturare edifici esistenti che costruirne di nuovi.
La sensazione che emerge dalla lettura delle cosiddette storie di complicazioni, è che il cittadino resti al servizio della pubblica amministrazione, mentre dovrebbe essere il contrario.
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